La balena della Barafonda
Il capodoglio che si areno' sulla spiaggia nell'aprile del 1943
Come per ogni fatto rimasto nella memoria cittadina col tempo ci colorisce e si deforma. Cosi' accade per la "balena della Barafonda", un capodoglio che si areno' il 4 aprile del 1943 sulla spiaggia di San Giuliano Mare. Alcuni confondono la balena con un altro spiaggiamento, avvenuto in precedenza e sempre alla Barafonda di un enorme pesce-luna. Altri tramandano che il
capodoglio fu ucciso dai militari perche' scambiato per un sommergibile nemico.
Ma cosa accadde realmente?
Prima dell'alba di quel giorno, il pescatore Pino Bignardi ando' a recuperare le sue reti e rinvenne
una massa scura che sbuffava come una "locomotiva in pressione". Era un enorme animale
marino! Chiamo' dunque il padre e, subito dopo i due, armati di corde, legarono l'animale e la
fissarono a riva ad un palo sulla spiaggia.
La notizia si diffuse subito per tutta la Barafonda ed arrivarono curiosi, ma anche giornalisti, autorita' civili e militari. Si decise di trascinare il cetaceo a riva, l'operazione era pero'
particolarmente difficoltosa visto che l'animale, lungo 12 metri, alto 2.70, con una circonferenza di 6.30, pesava 63 quintali.
Appena l'animale si senti' tirare dette uno strattone facendo cadere tutti a terra, e anche l'aiuto dei alcuni buoi, falli' visto che anche le povere bestie furono atterrate.
Nei racconti dei riminesi si sottolinea come la gente del posto fu prontissima a speculare
sull'evento improvvisando depositi di biciclette, portando i curiosi a vedere la balena con la battana ossia la vongolara , tutto ovviamente a pagamento, mentre non mancarono ambulanti di ogni genere, solo il Bignardi, che aveva materialmente scoperto la balena, non ne ricavo' nulla.
Il racconto poi si fa cruento: la grande creatura marina forse poteva essere salvato riportandolo in mare aperto, mentre invece ne fu decisa l' uccisione.
Dalle ferite delle scariche di mitragliatrice sgorgo' tanto sangue da far diventare rosso un lungo tratto di mare. Fra i suoi ultimi sussulti l'animale impenno' la grande coda, poi fu la fine.
La carcassa ando' subito in putrefazione; fu venduta ad un certo Malatesta per farne sapone, ma durante lo squartamento molte donne riuscirono ad arraffare qualcosa per il loro bucato.